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Acquedotto Spinadello Dove una bella scritta in litocemento bianco si staglia contro il cielo

Acquedotto Spinadello

Via Ausanuova, 593 Forlimpopoli (FC)
ARCHITETTO: Ing. Roberto Colosimo e Ing. Paolo Bo
  • ANNO DI COSTRUZIONE: 1939
  • TIPOLOGIA: Altro
  • STATO DI CONSERVAZIONE: Sottoutilizzato

Tags: Totally Terrae

La centrale di sollevamento dell’Acquedotto Spinadello è un’importante opera idraulica, inaugurata nel 1939 e attiva fino al 1986, che garantiva la fornitura idrica dei comuni di Lugo, Cotignola, Bertinoro e Forlimpopoli.

L’acqua veniva prelevata da quattro pozzi adiacenti al corso dell’Ausa Nuova e convogliata nella vicina centrale che provvedeva alla spinta fino al serbatoio del colle della “Maestrina” in comune di Bertinoro (127 m. s.l.m.).
Da qui per semplice gravità l’acqua raggiungeva Lugo e Cotignola. Una derivazione dalla Maestrina serviva il comune di Bertinoro, mentre Forlimpopoli era dotata di pompa autonoma che direttamente dalla palazzina di sollevamento portava acqua al proprio serbatoio comunale.

Oggi l’edificio pompe dell’ex Consorzio dell’Acquedotto Spinadello è di proprietà Unica Reti che lo ha concesso in comodato al Comune di Forlimpopoli. Proprio il Comune negli anni passati ha operato un restauro della struttura, ripristinando il tetto piano originale e sistemando le stanze anteriori in previsione di un loro utilizzo ad ufficio. Non è stata invece toccata la sala pompe seminterrata, fatto salvo il restauro degli infissi originali e l’installazione delle lampade per l’illuminazione.

La centrale di sollevamento si trova in una zona isolata da centro e dalle vie principali di comunicazione, ma molto interessante per la sovrapposizione di diverse tematiche.
Legato al tema dell’acqua ed al suo impiego per la collettività, lo Spinadello rappresenta uno dei primi esempi di consorzio tra enti locali per la distribuzione di un bene comune. L’edificio, per le sue peculiarità achitettoniche, è inserito inoltre nella Rotta Culturale Europea Atrium.

L’area circostante è di grande interesse naturalistico sia dal punto di vista faunistico che della flora. Ci troviamo in adiacenza al corso dell’Ausa, laddove esso confluisce nel Ronco; nelle vicinanze del SIC dei Meandri del Fiume Ronco e degli ex vasconi della SFIR: luogo di nidificazione di molte specie di volatili. In quest’area l’Amministrazione comunale vorrebbe creare il Parco Fluviale del fiume Ronco, in questo senso ha firmato un Accordo di Programma con Provincia, comune di Forlì ed STB.

Infine le emergenze storico-archeologiche: lungo il fiume Ronco correva la strada romana che collegava Ravenna alla vallata del Bidente. Di questa strada esistono i ruderi di un ponte a sud di Spinadello, nelle vicinanze della cava Sapifo, nonché diversi rinvenimenti archeologici venuto alla luce anche durante i lavori di realizzazione della tangenziale di Selbagnone.

Stante le premesse, l’Amministrazione Comunale ha istituito un tavolo scientifico con la partecipazione di: Unica Reti, Romagna Acque, STB (Regione ER), IBC (Regione ER), Macroarea per i Parchi e Biodiversità (Regione ER), Atrium, MAF (museo archeologico Forlimpopoli), Archivio Storico di Lugo, Provincia di Forlì-Cesena e Comuni di Forlì, Lugo, Cotignola, Bertinoro, Forlimpopoli per elaborare insieme un documento programmatico che indicasse:

– il progetto di riutilizzo dell’edificio
– le linee guida per la progettazione e l’allestimento dell’edificio
– le linee guida per la gestione

Le indicazioni che sono emerse vanno nella direzione di creare qui un Centro Visite non solo di supporto all’area naturalistica, ma che sia in  grado di far conoscere e fruire anche le altre tematiche che qui si intrecciano.

Scopri di più sulla struttura dell’edificio:

Testo a cura dell’ Arch. Gian Matteo Peperoni