Falck Unione Dove tutti gli operai rimasero in sciopero nonostante le intimidazioni delle SS

L’Unione fu il primo e il più grande stabilimento della Falck. Fra il 1908 e il 1910 all’Unione funzionavano già due forni Martin-Siemens, diventati sei nel 1934. Agli inizi degli anni ’50 i lavoratori impiegati all’Unione erano 4600, scesi a 3700 a metà degli anni ’70 con l’inizio della crisi siderurgica. Dal viale interno, dove passavano i treni di collegamento con il Concordia, sono ancora visibili la casa del direttore, l’OMEC (Officine Meccaniche), il T3 Pagoda e il capannone bramme. (Fonte: Comune di Sesto San Giovanni)
Per il 13 dicembre del 1943 la federazione milanese del Partito comunista proclamò uno sciopero destinato a coinvolgere tutte le grandi fabbriche sestesi: la richiesta operaia riguardava aumenti salariali, miglioramenti nel vitto delle mense aziendali, maggiori rifornimenti negli spacci, ma anche la liberazione dei detenuti politici. Controparte dei lavoratori furono, ancor prima che i padroni, i tedeschi. Non è un caso che sia stato il generale delle SS Paul Zimmermann a formulare proposte per far rientrare lo sciopero e, contemporaneamente, a operare intimidazioni sui lavoratori e pressioni sugli industriali.
Secondo alcune testimonianze di fronte agli operai della Falck Unione in agitazione, convocati sul piazzale dello stabilimento, Zimmermann avrebbe tenuto un breve discorso concluso con un appello che era al tempo stesso un’intimidazione: “Chi non lavora esca dalla fabbrica e chi non lavora ed esce dalla fabbrica, è un nemico della Germania.” Tutti gli operai sarebbero usciti. (Fonte: OpenSesto)
XS Industrie (r)esistenti
Questo edificio ha ispirato la foto e la didascalia di Luca Giudici e Jessica Pilenga del gruppo “cattedrali industriali e simbologia”.