Stabilimento aeronautico Caproni Una fabbrica di aerei su una vecchia cava di zolfo
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Stabilimento aeronautico Caproni
Strada provinciale, 47 Predappio (FC)
- ANNO DI COSTRUZIONE: 1935
- TIPOLOGIA: Fabbrica
- STATO DI CONSERVAZIONE: Rovina
Tags: Totally Terrae
Agli inizi degli anni Trenta Benito Mussolini volle collocare a Predappio una fabbrica aeronautica diretta dal famoso ingegnere Gian Battista Caproni.
La nuova fabbrica “Aeronautica Predappio” venne impiantata su un area dove pochi anni prima la Società Anonima Zolfi di Torino estraeva e macerava zolfo, e iniziò la propria attività nel 1935 con un organico di 600 operai impiegati nella costruzione dei bombardieri trimotori Savoia Marchetti S.M. 81 Pipistrello. Gli aerei erano realizzati in legno su scheletro metallico e i componenti venivano trasportati all’aeroporto militare di Forlì per essere montati e approntati per il decollo.
Nel 1938 la fabbrica viene ampliata e nel 1942 conta 1400 occupati, tra impiegati e operai, oltre ai 200 operai impiegati presso l’aeroporto di Forlì. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, nonostante l’ampliamento del complesso, la produzione fu però irrilevante: solo 10 esemplari dell’aereo Falco II Caproni- Reggiane Re 2001.
L’aspetto architettonico dell’insieme risulta alquanto eterogeneo a causa anche dell’inglobamento e progressivo collegamento dei preesistenti edifici della S.A. Zolfi.
Due archi ciechi accostati, con alla base tre piccoli fasci portabandiera, disegnano una grande lettera M inneggiante all’allora Capo di Governo. Il resto del costruito è un susseguirsi disordinato di padiglioni collocati secondo la necessità e tali da superare i dislivelli della piccola vallata fino a raggiungere l’ultimo grande edificio in cemento armato, progettato nel 1941 dall’ing Andrea Alessandrini. Un sistema di costruzioni dislocate all’intorno, in gran parte distrutte, permetteva lo svolgimento di un sistema di servizi necessari alla vita della fabbrica: in primis una mensa per gli operai e gli impiegati e anche una biblioteca per il dopolavoro.
Furono realizzati anche due tunnel in cemento armato, scavati nella collina antistante la fabbrica, dove poter trasferire le lavorazioni in caso di bombardamento. Di fatto i tunnel non vennero utilizzati come gallerie del vento e ad oggi sono l’unica parte dello stabilimento, per il resto in rovina, ad esser utilizzate.
Dopo aver ospitato la produzione agricola di funghi edibili, dal 2008 il primo dei due tunnel è stato trasformato in un laboratorio per lo studio dei fenomeni di aerodinamica e fluidodinamica, fra i quali quello delle turbolenze degli aerei. Il laboratorio fa parte del Centro Interdipartimentale per la Ricerca Industriale – Ciri Aeronautico e rientra nel progetto denominato “Ciclope” (Centre for International Cooperation in Long Pipe Experiments) dell’Alma Mater Studiorum di Bologna.
Testo tratto in parte da “Aereonautica Caproni. La città progettata: Forlì, Predappio, Castrocaro. Urbanistica e architettura fra le due guerre” p.292